La obsolescencia sintomática

Ugo Pipitone

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Uomini e lupi
Barbarie e stupidità non sono di destra né di sinistra, al di là del colore del manto che le avvolge

Internazionale 728, 24 gennaio 2008
Ugo Pipitone

 

Esce in questi giorni nelle librerie spagnole El alma de los verdugos (l'anima dei boia) del giudice Baltasar Garzón e del giornalista Vicente Romero. Seicento pagine di orrore ed eroismo nell'Argentina di fine secolo scorso. Ma detto cosí non va bene. Intanto dire secolo scorso é come chiudere nel cassetto ció che non si vuole piú vedere. E poi l'orrore si sminuzza in un'infinitá di orrori e l'eroismo non é solo il valore di fronte al macellaio, é un'umanitá attonita che cerca di continuare ad esserlo mentre é circondata da tutte le possibili patologie da caserma finalmente libere di esprimersi con l'orgoglio della propria balordaggine e con la benedizione dello stato. Lasciando in pace l'Africa e Conrad, cuore delle tenebre é scoprire che, oltre l'última barriera democratica (per quanto miserevolmente pomposa), arriva il tempo dei lupi e dell'atrocitá scatenata con precisione burocratica. Non é normale allora sedare giovanni donne e, dopo averle spogliate, gettarle a mare dagli aerei militari assegnati al compito?

Mi sono ripromesso di leggere il libro oltre agli estratti (pubblicati da El País ) che gettano osceni fasci di luce su esseri umani rotti e violentati in mille modi. Come si fa a non voler dimenticare? Come si fa a dimenticare? Una giornalista argentina, sopravvissuta senza sapere come a quella nauseabonda macchinaria di virtú “cristiano-occidentale” che l'aveva inghiottita e risputata, mi diceva che ancora molto tempo dopo, quando era in pulman, al cinema, in un ristorante, sentiva a volte il bisogno di non guardarsi attorno. Gli altri erano diventati il posto in cui si celavano nell'anonimato torturatori e assassini. Come se le persone incontrate per caso avessero perso quella presunzione di innocenza senza la quale ognuno dovrebbe girare per il mondo in carroarmato.

Un canagliume che sbriciola preziose vite umane con la disattenta passione che viene dalla propria miseria e dal senso di onnipotenza che dá una “causa giusta” con promessa di impunitá. La domanda é inevitabile: siamo curati? Sono stati sufficienti 30 mila esseri umani inghiottiti dal cuore delle tenebre a far finalmente capire a tutti che la democrazia é la forma per impedire che i lupi entrino in paese o che, addirittura, si credano il paese. E non é il passato. Bocche dell'inferno si aprono e riaprono.

 

L'anno appena trascorso ha visto in Honduras piú di 500 (cinquecento!) giovani sotto i 23 anni assassinati con colpo di grazia. Dal 1998 sono giá quasi 4 mila. Dice José Manuel Capellín, direttore dell'organizzazione umanitaria Casa Alianza: “I corpi dei giovani, bambini e bambine, appaioni ai cigli delle strade, tra cespugli e erbacce o in posti solitari, con segni di tortura, le mani legate alle spalle e uno sparo in fronte o alla nuca. La maggioranza delle vittime appartiene a comunitá povere e a zone marginali”. Non c'é bisogno di far volare la fantasia per capire che qui, nel corpo dello stato, rinasce oggi, in altre forme, la stessa barbarie argentina della generazione passata. Qualcuno nello stato honduregno ha deciso di purificare il mondo con il fuoco.

 

Si potrebbe vedere cinicamente la barbarie rinata come un fenomeno locale, circoscritto, mentre il resto dell'America Latina avanza verso la democrazia. E se uno pensa agli Stroessner, Somoza, Pinochet, Videla e compagnia cantata é ovviamente cosí. Ma cinquecento ragazzi e ragazze assassinati solo negli ultimi dodici mesi? Cosa ci vuole per far scattare la segnale d'allarme internazionale, per no parlare dei vicini centroamericani dell'Honduras? Siamo di nuovo, o non ne siamo mai usciti, nella logica: é un figlio di puttana ma é il mio figlio di puttana? Poche volte (e in questo momento non me ne viene in mente nessuna) la barbarie che non si sconfigge, svanisce da sola. Mi piacerebbe (confesso) pensare che la violenza di sinistra é sempre meglio di quella di destra, ma come si fa? Come si fa a stabilire una qualche frontiera morale tra le FARC colombiane (i loro 600 sequestrati, gli omicidi selettivi e indiscriminati e gli enormi affari della droga) e gli assassini istituzionali dell'Honduras? Anche se, per l'impunitá, la violenza illegale delle istituzioni é sempre peggio di quella sociale. Ma puó dirsi “sociale” la violenza delle FARC?

E adesso questa telenovela tragica degli ostaggi con Chávez, Kirchner (marito) e Oliver Stone. E Madonna? Destra e sinistra non sono senmpre sufficienti per capire. Nell'Argentina di trent'anni fa i serial killer di stato, nell'Honduras di oggi uomini delle istituzioni che, per semplice pulizia , fanno strage di innocenti (anche se sono delle Mara), in Colombia una guerriglia “marxista” che da anni sequestra, assassina e traffica droga e armi. Un'avanguardia rivoluzionaria che da decenni non esce dalla selva non certo per la forza dell'esercito colombiano ma per il rifiuto di un'intera societá a consegnarsi nelle mani di fantasmi che da decenni incatenano il paese ai propri drammatici ritardi culturali. La barbarie e la stupiditá non sono di destra né di sinistra, sono barbarie e stupiditá qualsiasi che sia il colore del sacro manto che le avvolge. Non so da altre parti ma da queste dire che cominciamo bene l'anno sarebbe un'esagerazione.